Il termine ipoacusia deriva dal greco e significa letteralmente “bassa percezione uditiva” (da ipo = sotto e akusis=ascolto): si tratta quindi di una diminuzione della capacità uditiva, che può che può essere lieve, parziale o grave. In questo articolo parleremo in particolare dell’ ipoacusia bilaterale, ossia del calo uditivo di entrambe le orecchie, per comprenderne le cause e i sintomi principali e capire come convivere al meglio con questo problema di udito.
Il calo dell’udito è una delle possibile conseguenze dell’avanzare dell’età ed è causato dall’usura delle cellule ciliate dell’orecchio interno: non a caso una persona su tre con età superiore ai 60 anni soffre di ipoacusia. La diminuzione dell’udito da anziani prende il nome di presbiacusia e può essere più o meno grave a seconda di vari fattori, come quello genetico o la tipologia di vita che si è condotti.
Si tratta tuttavia di una patologia che colpisce anche i giovani e i bambini, seppure spesso per motivi diversi: la perdita di udito nei bambini è spesso causata da problemi congeniti o da infezioni contratte in gravidanza o nei primi mesi di vita; nei giovani invece, oltre ai motivi genetici, spesso la causa è legata alle cattive abitudini di vita, come quella di ascoltare la musica troppo alta negli auricolari. In tal caso si parla di socioacusia.
Con il termine ipoacusia bilaterale si intendono tutte le problematiche legate all’udito, a prescindere dalle cause che le hanno scatenate e dai sintomi che si manifestano. Una volta individuati questi ultimi, si può poi definire con maggiore dettaglio la tipologia di ipoacusia di cui si è affetti.
I principali sintomi dell’ipoacusia bilaterale sono:
Nonostante si tratti di sintomi che si verificano molto frequentemente, chi frequenta una persona ipoudente non si rende subito conto della problematica, sia perché chi ne è affetto in prima persona non ne ha subito consapevolezza, sia perché spesso si tende a sottovalutare il problema.
In caso si dovesse verificare anche uno solo dei sintomi dell’ipoacusia, la cosa migliore da fare è prenotare un appuntamento con uno specialista e sottoporsi ad un esame dell’udito: questo è l’unico modo per riconoscere il livello e la tipologia di ipoacusia di cui si potrebbe essere affetti.
Esistono tre tipologie di ipoacusie bilaterale, a seconda della causa scatenante che le ha fatte insorgere: si parla infatti di ipoacusia neurosensoriale, trasmissiva e mista. Vediamo nel dettaglio in cosa consistono e quali sono le loro cause principali.
L’ipoacusia neurosensoriale si verifica quando è presente un danno all’orecchio interno (coclea) o al nervo uditivo (retro cocleare). Le cause possono essere molto diverse tra loro, le principali sono:
L’ipoacusia neurosensoriale è la forma più comune di ipoacusia permanente e nella maggior parte dei casi non può essere curata attraverso l’uso di apparecchi acustici.
L’ipoacusia trasmissiva riguarda invece una ridotta capacità di trasmissione del suono da parte del condotto uditivo, per cui c’è una riduzione della qualità dell’ascolto. Le cause principali sono la presenza di cerume o corpi estranei nell’orecchio, ma nei casi più gravi può dipendere da otiti non curate, infezioni dell’orecchio medio, infiammazioni del canale uditivo o malformazioni genetiche.
A differenza dell’ipoacusia neurosensoriale, quella trasmissiva può essere trattata mediante terapia medica o chirurgica: la cosa migliore da fare è recarsi da uno specialista, che potrà indicare la soluzione acustica più adatta alle esigenze specifiche di ciascuno.
L’ipoacusia mista si verifica quando nello stesso soggetto sono presenti sia cause di tipo neurosensoriale che trasmissive. Accade ad esempio quando in un anziano, già affetto da presbiacusia, si produce un tappo di cerume; oppure quando avviene un aggravamento di una patologia dell’apparato di trasmissione, che quindi si trasferisce alla coclea. Anche in questo caso solo il medico specialista può decidere quale sia il tipo di intervento più adatto, che può variare dall’intervento chirurgico all’apparecchio acustico.
Chi soffre di un calo di udito ha diritto a richiedere l’invalidità all’INPS, in relazione al livello di gravità della patologia di cui è affetto. L’invalidità infatti si calcola in percentuale, che è più o meno elevata sulla base della maggiore minore capacità dell’individuo di essere inserito correttamente in società e nel mondo del lavoro.
Nel caso di perdita uditiva bilaterale pari o inferiore a 275 dB il livello di invalidità va da 0 a 59, mentre se supera i 275 dB nell’orecchio migliore l’invalidità è pari o superiore al 65%.