Ricordi quando i tuoi genitori ti dicevano di abbassare la musica dello stereo? E la storia si è ripetuta quando tu lo hai detto ai tuoi figli?
Ancora oggi ci sono adolescenti che ascoltano a tutto volume musica detestata dai loro genitori (anche se ormai i ragazzi sembrano indossare gli auricolari in modo permanente, quindi è più che probabile che i genitori non sappiano più che musica stanno ascoltando). Ma “spararsi” la musica negli auricolari comporta in realtà un rischio maggiore per l’udito rispetto all’ascolto da uno stereo fisso o portatile.
Queste sono solo alcune delle attività di svago associate all’esposizione al rumore forte. Il rischio di perdere l’udito a causa del rumore in ambito professionale è maggiore, specialmente in alcuni settori.
Spesso una persona non si rende conto di aver subito danni all’udito causati dell’esposizione al rumore fino a quando non è troppo tardi. Questi precoci segnali d’allarme possono trasformarsi in un deficit uditivo permanente:
48 ore
Un’ipoacusia temporanea può durare fino a 48 ore dopo l’esposizione a un forte rumore
I dati più recenti dei CDC (Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie) stimano che negli Stati Uniti il 24% dei pazienti adulti di età compresa tra 20 e 69 anni presenti segni di danni permanenti all’udito in seguito all’esposizione a rumori eccessivi. L’ipoacusia indotta dal rumore (NIHL) è un problema di portata mondiale e il secondo tipo più frequente di ipoacusia neurosensoriale dopo le cause legate all’età. L’esposizione al rumore è un tipico fattore di rischio professionale che porta a numerosi effetti dannosi sulla salute, tra cui ipoacusia, acufene, irritabilità, insonnia e affaticamento. Il termine rumore in genere viene associato a suoni sgradevoli, principalmente nell’ambito dei trasporti e delle professioni nell’industria pesante. Tuttavia, anche i rumori associati al tempo libero e alle attività quotidiane possono portare all’ipoacusia, come ad esempio:
L’esposizione al rumore danneggia le cellule sensoriali dell’orecchio interno (coclea) e le cellule ciliate esterne. Esistono due teorie principali sui particolari meccanismi responsabili di questi danni. La prima è che l’esposizione costante al rumore può dar luogo a più fenomeni di microtrauma, in modo non dissimile dalle lesioni da trauma acustico prodotte da un rumore di picco. Sebbene un’esplosione di tipo industriale sia il tipo più comune di rumore di picco con conseguente trauma acustico, non bisogna dimenticare le sirene e i fuochi d’artificio: questi sono altri due esempi di rumore di picco in grado di causare traumi acustici. La seconda teoria è che un’esposizione continua al rumore per lunghi periodi di tempo porta a un affaticamento uditivo e ad esaurimento metabolico, con conseguente morte cellulare.
L’ipoacusia indotta dal rumore è una malattia complessa che risulta dall’esposizione al rumore in ambito professionale o ricreativo associata ad altri fattori di rischio, che includono: esposizione ambientale (fuochi d’artificio, musica ad alto volume, spari, sirene), farmaci ototossici (medicinali che causano effetti collaterali legati all’udito) e fattori di rischio genetici. Si ritiene che questi ultimi abbiano un ruolo nella vulnerabilità all’ipoacusia da rumore, poiché numerosi studi hanno dimostrato che individui soggetti agli stessi rumori o a rumori simili in ambito professionale non manifestano un grado identico di ipoacusia.
Uno studio del 2019 ha identificato 14 variazioni genetiche (chiamate polimorfismi a singolo nucleotide) in 10 geni diversi collegati al rischio di ipoacusia indotta dal rumore. Questi risultati suggeriscono che la vulnerabilità genetica gioca un ruolo importante nell’incidenza dell’ipoacusia indotta dal rumore e che queste informazioni dovrebbero essere usate come un metodo per identificare gli individui a rischio genetico più elevato.
Il decibel (dB) è un’unità di misura come lo è il metro, ma misura il suono invece della lunghezza. Avendo imparato le unità di misura della lunghezza a scuola, è facile fare riferimento al metro nelle situazioni quotidiane. Ma a meno di non lavorare in un settore legato all’audio, probabilmente non pensiamo in termini di decibel.
Il grado di ipoacusia indotta dal rumore dipende dal livello di decibel, dalla distanza e dalla durata dell’esposizione. Nel 1999, le Linee guida dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) per il rumore nelle comunità hanno stabilito che un livello sonoro inferiore a 70 dB nell’arco delle 24 ore preverrebbe problemi uditivi nel 95% della popolazione, nonostante l’esposizione a vita. L’ipoacusia può essere causata dall’esposizione prolungata o ripetuta a suoni pari o superiori a 85 dB. E più forte è il suono, minore è la durata necessaria per arrecare danni all’udito. Per avere un quadro più chiaro, di seguito sono elencati alcuni valori comparativi in decibel:
Al livello massimo di 105-110 dB, dispositivi di ascolto personale, radio, stereo o televisori a volume estremamente alto e luoghi di intrattenimento molto rumorosi (ad esempio discoteche, bar e concerti rock) possono causare ipoacusia in meno di cinque minuti.
Studi che hanno analizzato il rumore in diversi eventi sportivi hanno evidenziato valori in decibel estremamente elevati, che aumentano il rischio dei partecipanti di sviluppare ipoacusia da rumore:
L’uso di dispositivi di protezione individuale dell’udito (ad es. cuffie o tappi per le orecchie) in occasione di eventi sportivi può prevenire l’ipoacusia indotta dal rumore. Purtroppo, un’indagine del 2018 condotta su 6.357 adulti americani di età pari o superiore a 18 anni ha riscontrato che l’81,8% non ha mai o ha solo raramente indossato questo tipo di dispositivi in occasione di avvenimenti sportivi o eventi di intrattenimento particolarmente rumorosi. Un precedente studio era giunto alla conclusione che un gran numero di persone a rischio di ipoacusia da rumore, pur consapevole degli effetti collaterali dell’esposizione al rumore, sceglie di non utilizzare forme di protezione per l’udito.
L’ipoacusia indotta dal rumore è una delle malattie professionali più comuni al mondo. Questa forma di ipoacusia può portare a una riduzione dell’efficienza lavorativa e a disfunzioni permanenti in altre sfere della vita. Il rumore è un normale pericolo occupazionale per chi opera nell’industria siderurgica, in fonderie, miniere, segherie, fabbriche tessili, aeroporti e hangar per manutenzione aerei, mulini di frantumazione, lavori relativi al traffico e ai trasporti (ad es. operatori dei caselli autostradali e conducenti della metropolitana), ecc.
Il National Institute for Occupational Safety and Health (Istituto nazionale per la sicurezza e la salute sul lavoro, NIOSH) degli Stati Uniti raccomanda che i lavoratori non vengano esposti a rumori oltre 85 dB per 8 ore. Per ridurre o eliminare i rumori pericolosi, gli esperti di sicurezza e salute sul lavoro adottano una gerarchia di controllo fondata su tre interventi. Se il rumore non può essere completamente eliminato, è necessario apportare modifiche tecniche o amministrative al posto di lavoro per ridurre al minimo l’esposizione al rumore. Una volta esaurite le opzioni relative ai primi due interventi, è necessario rendere disponibili gratuitamente dispositivi di protezione dell’udito per tutti i lavoratori esposti al rumore. L’iniziativa Buy Quiet di NIOSH incoraggia le aziende ad acquistare macchinari e attrezzi più silenziosi per ridurre l’esposizione dei lavoratori ai rumori forti.
L’OMS ha fissato un limite di 100 dB per cerimonie, feste ed eventi di intrattenimento, con la raccomandazione di non superare mai i 110 dB e di limitare l’esposizione a meno di cinque concerti all’anno. In termini relativi, un concerto di musica da camera in un piccolo auditorium è pari a 75-85 dB. Durante l’esibizione del gruppo rock KISS in occasione di un festival nel 2009, sono state raggiunte punte massime di 136 dB prima che un responsabile dell’evento avvisasse un tecnico del suono di abbassare il volume. Linee guida e regole variano da Paese a Paese, e in molti casi differiscono dalle raccomandazioni dell’OMS.
Sapere che l’ipoacusia da rumore può portare a difficoltà di comunicazione, acufene, udito ovattato o distorto e altri problemi è il primo passo per una prevenzione. Il National Hearing Conservation Association (Associazione nazionale per la protezione dell’udito) degli Stati Uniti suggerisce alle persone esposte a livelli elevati di rumore di limitare i rischi utilizzando l’uso di dispositivi di protezione individuali dell’udito, allontanandosi dalla fonte del rumore e facendo pause di silenzio per ridurre l’esposizione complessiva. Ecco alcuni altri consigli dei Centers for Disease Control and Prevention:
Ultima cosa (ma non meno importante): se si riscontrano segni di ipoacusia da rumore o si teme l’esposizione e la potenziale ipoacusia, programmare un controllo dell’udito con un audioprotesista autorizzato il prima possibile.
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