La perdita dell’udito compromette la capacità di interazione, portando la persona a una minor partecipazione alle attività di gruppo. Gli anziani con perdita dell’udito, infatti, spesso evitano le occasioni sociali perché hanno difficoltà a comprendere le altre persone in situazioni in cui c’è confusione. La scarsa qualità delle relazioni si è dimostrata un forte predittore di solitudine.
Le difficoltà di comunicazione e di riconoscimento delle emozioni espresse nella voce, connesse a volte a uno scarso equilibrio, possono condurre la persona all’isolamento e a una ridotta attività fisica, che a loro volta si traducono in depressione. In relazione a questi e altri fattori, gli anziani che presentano una forma di perdita dell’udito hanno il 47% in più delle probabilità di manifestare sintomi depressivi.
Adulti e bambini con perdita dell’udito possono correre maggiori rischi di affaticamento fisico ed emotivo e soffrire di mancanza di energia, soprattutto a lungo termine. Nonostante l’impatto sia diverso a seconda degli stili di vita, è dimostrato che gli adulti con difficoltà uditive, rispetto a chi ha un buon udito, hanno una probabilità molto maggiore di presentare grave debolezza (32% contro 7%).
Numerose ricerche suggeriscono inoltre che l’udito è in grado di influenzare la memoria a breve termine: gli adulti con perdita dell’udito da lieve a moderata mostrano maggiori difficoltà di apprendimento rispetto ai coetanei con buona percezione uditiva. Elaborano le parole più lentamente, probabilmente a causa dell’indebolimento della memoria legata al linguaggio, e per questa ragione, potrebbero avere maggiori difficoltà nel tenere un discorso lungo o complesso.
Questo ha ripercussioni anche in ambito lavorativo, dove le persone con perdita dell’udito, in particolare se moderata, riscontrano maggiori difficoltà.
La perdita dell’udito, anche di lieve entità, è associata a un aumento significativo del rischio di demenza, in particolare tra i 45 e 64 anni. Si pensa che lo sforzo mentale richiesto, connesso a un maggior isolamento, rappresenti uno tra i principali fattori di rischio. Le persone con calo uditivo lieve, medio o grave, infatti, hanno rispettivamente una probabilità di 2, 3 o 5 volte maggiore di sviluppare declino cognitivo rispetto a chi ha una buona percezione uditiva.
La sordità può contribuire a un minor controllo della postura. Nelle persone anziane con perdita dell’udito aumenta infatti il rischio di instabilità e cadute: con un calo di 25 dB, il rischio è tre volte maggiore. Le probabilità aumentano quindi di 1,4 volte per ogni 10 dB di perdita uditiva. I dati sono confermati per persone con ipoacusia lieve, moderata e severa, e diventano ancora più rilevanti se si considera che, negli Stati Uniti, le cadute rappresentano la principale causa di morte accidentale nelle persone con più di 65 anni.
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