Le vertigini periferiche si manifestano quando l’impressione che l’ambiente circostante si muova o ruoti tutto intorno è accompagnata da un fastidioso ronzio alle orecchie. Si tratta di un disturbo provocato dall’alterazione dell’apparato vestibolare dell’orecchio interno. Per un trattamento efficace delle vertigini, è necessario sottoporsi ad un’attenta diagnosi medica. Solo così, infatti, è possibile individuare le cause scatenanti del disturbo, oltre che la soluzione più adeguata alla risoluzione del problema.
Le vertigini all’orecchio sono un sintomo che si manifesta restituendo alla persona che ne è affetta la sensazione che l’ambiente attorno a lei si muova o ruoti. Per scongiurare possibili complicanze, è necessario intervenire tempestivamente, sottoponendosi ad un controllo medico specialistico.
Generalmente, le vertigini per orecchio si presentano all’improvviso. Tuttavia, è possibile che le vertigini periferiche e il ronzio all’orecchio compaiano gradualmente. A carattere intermittente, questo disturbo è da ricondurre alla presenza di un’interferenza con la circolazione delle delicate strutture dell’orecchio interno. Tali modificazioni intaccano i vasi sanguigni e provocano vertigini periferiche che alterano la percezione dell’ambiente circostante.
Molto spesso, inoltre, le interferenze con la circolazione sanguigna dell’orecchio interno causano acufeni, ovvero restituiscono una sensazione soggettiva di rumore all’orecchio. Un esempio è il ronzio alle orecchie, un fastidioso rumore acustico che si manifesta in forma continua o intermittente in assenza di stimoli sonori provenienti da fonti ambientali.
Spesso, all’acufene e alle vertigini periferiche causate dall’alterazione della circolazione sanguigna delle strutture dell’orecchio interno si associano altri sintomi che, insieme, concorrono alla sensazione di malessere generale avvertita dalla persona che è affetta dal disturbo.
Approfondirli e riconoscerli è importante per riuscire ad intervenire tempestivamente ed evitare possibili complicanze future a carico dell’apparato uditivo. I sintomi più comuni associati al ronzio dell’orecchio e alle vertigini sono i seguenti:
Coloro che soffrono di vertigini possono percepire le sensazioni indotte dai sintomi a cui questo disturbo è associato in modo diverso. Alcuni, infatti, avvertono sensazioni appena accennate. Altri, invece, possono essere vittime di manifestazioni più gravi e marcate.
Le vertigini periferiche e il ronzio all’orecchio hanno una durata che varia da paziente a paziente. In alcuni casi, i sintomi all’orecchio interno e le vertigini svaniscono dopo pochi secondi o minuti. In altri, invece, il decorso del disturbo è più lungo e i sintomi si protraggono per diverse ore o giorni. Se ricorrenti o persistenti, è consigliabile rivolgersi ad un medico per ricevere una consulenza specialistica.
Le cause scatenanti più comuni connesse all’insorgere di vertigini periferiche accompagnate dalla percezione di fastidiosi ronzii all’orecchio sono:
vertigine parossistica posizionale benigna: è la causa di vertigini periferiche più comune. Si tratta della formazione di cristalli di carbonato di calcio all’interno dell’apparato vestibolare che, muovendosi, causano il malfunzionamento dell’orecchio, provocando le vertigini. Generalmente, la VPPB (Vertigine Parossistica Posizionale Benigna) insorge a seguito di infezioni dell’orecchio, interventi chirurgici all’apparato acustico o traumi alla testa;
Raramente, accade che il ronzio orecchio e vertigini periferiche siano causati dall’assunzione di medicinali come effetto collaterale. Tra questi è bene citare: cisplatino, antibiotici, diuretici e salicilati.
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Quando il paziente che avverte vertigini accompagnate da ronzii all’orecchio si rivolge al medico per ricevere una consulenza specialistica, quest’ultimo è chiamato a condurre un attento esame diagnostico, al fine di intercettare le cause del problema e indicare al paziente la terapia più adeguata da seguire per risolvere il disturbo e scongiurare l’insorgere di ulteriori complicanze a carico dell’apparato uditivo.
Generalmente, nella fase iniziale della visita, il medico sottopone il paziente ad un breve questionario. Seguono un esame diagnostico obiettivo e accurato e un’analisi attenta della storia clinica del paziente. Da ultimo, valutato il quadro dei sintomi avvertiti dal paziente e considerati tutti gli approfondimenti del caso clinico specifico, il medico indica al paziente gli esami approfonditi ai quali è bene che si sottoponga.
Al momento del questionario, il medico chiede al paziente di:
Le risposte a queste domande sono molto importanti perché consentono al medico di approfondire il quadro sintomatologico e di sapere se il paziente ha sofferto di perdita dell’udito, acufene o altri disturbi.
Terminato il questionario iniziale, il medico provvede ad eseguire l’esame obiettivo. Quest’ultimo rappresenta il primo passo verso l’individuazione delle cause scatenanti delle vertigini per orecchio. Durante l’esame obiettivo, il medico visita il paziente e valuta la sua sintomatologia. Effettua un’analisi interna dell’orecchio ed esegue le prove per il nistagmo. Analisi dell’orecchio interno e prove per il nistagmo sono i due momenti chiave dell’esame obiettivo perché, spesso, conducono il medico al riconoscimento degli esami più approfonditi a cui sottoporre il paziente.
Quando il paziente riceve la prescrizione medica per sottoporsi ad esami diagnostici più approfonditi, è possibile che il medico riesca a risalire alla causa delle vertigini. Infatti, la conoscenza dei fattori scatenanti del disturbo permette al medico specialista di pianificare la terapia da seguire per risolvere il problema.
Gli esami di approfondimento a cui è possibile sottoporre un paziente affetto da vertigini e ronzio all’orecchio sono molteplici. Tra questi ci sono:
Il trattamento delle vertigini periferiche associate al ronzio all’orecchio dipende dalle cause scatenanti e dalla gravità dei sintomi avvertiti dal paziente. Considerate le principali cause di vertigini per orecchio, è possibile passare in rassegna alcune tra le terapie per vertigini più comuni:
vertigine parossistica posizionale benigna: i pazienti affetti da vertigine parossistica posizionale benigna, generalmente, guariscono nel giro di qualche settimana. Per questo motivo, non vengono indicati particolari trattamenti da seguire. Tuttavia, i medici consigliano al paziente di alzarsi lentamente dal letto e di evitare di rivolgere lo sguardo verso l’alto. Inoltre, consigliano di sottoporsi alla manovra di Epley. Essa prevede che il paziente esegua quattro specifici movimenti con la testa, allo scopo di muovere i cristalli di carbonato di calcio e di favorirne lo spostamento in zone innocue dal punto di vista sintomatico. Può accadere che questa manovra non dia risultati o che non possa essere eseguita per problemi al collo. In questi casi, il medico suggerisce al paziente di eseguire gli esercizi di Brandt-Daroff. Tali esercizi prevedono che il paziente si posizioni sulla metà del letto, lasciandosi andare su un fianco, fino ad appoggiare l’orecchio sul materasso. Si è chiamati a ripetere questo movimento per 4 o 5 volte, con appoggi alternati, prima sulla spalla destra e poi sulla spalla sinistra. Questi esercizi dovrebbero far cessare la sensazione di vertigine periferica;
Quando l’attacco di vertigini periferiche è in atto, è consigliabile sdraiarsi all’interno di una stanza poco illuminata e poco rumorosa. Tale condizione dovrebbe contribuire ad attenuare la vertigine e, quindi, la sensazione dell’ambiente circostante che ruota, oltre che il ronzio all’orecchio e la nausea.
Per prevenire il manifestarsi delle vertigini o evitare che i sintomi connessi al disturbo peggiorino, la soluzione migliore è quella di sottrarsi a situazioni potenzialmente stressanti e prendere le distanze emotive necessarie dalle fonti di disturbo che generano ansia e preoccupazione.