Il mal d’orecchi è un disturbo generico che interessa l’apparato uditivo e, in alcuni casi, anche le zone anatomiche ad esso adiacenti. La gravità e l’intensità del dolore possono essere conseguenza di condizioni patologiche a carico dell’orecchio, ma possono dipendere anche da altri disturbi o infiammazioni preesistenti, come la sinusite, la tonsillite, il raffreddore o il mal di denti.
In ambito medico, il mal d’orecchi è definito “otalgia”, espressione con la quale si indica un dolore generico e intenso alle orecchie. Esso può essere distinto in due categorie, sulla base della zona d’origine del dolore: otalgia primaria e otalgia secondaria (o riflessa). L’otalgia primaria interessa l’interno dell’organo, l’otalgia secondaria è localizzata, invece, all’esterno dell’orecchio. È bene ricordare che, essendo l’orecchio attraversato da quattro nervi cranici e due innervazioni spinali, qualsiasi lesione colpisca queste vie può portare ad un’otalgia riflessa.
È possibile fare un’ulteriore distinzione tenendo conto della durata del dolore. Se si soffre di otalgia da meno di due settimane, si tratta di un disturbo in forma acuta. Se il malessere si protrae oltre questo lasso di tempo, l’otalgia è da considerare cronica. Da ultimo, è possibile distinguere tra otalgia bilaterale, a carico di entrambe le orecchie, e otalgia unilaterale, forma più comune, a carico di un solo orecchio.
L’otalgia, noto anche come mal d’orecchi, può manifestarsi con l’insorgere di svariati sintomi, a seconda delle cause che provocano il dolore. Ad esempio, la presenza di un corpo estraneo o di un tappo nell’orecchio potrebbe procurare un calo dell’udito, una percezione ovattata di suoni e fischi e dolore interno all’orecchio.
Questi sintomi potrebbero provocare, inoltre, una lacerazione del timpano, soprattutto quando il trauma è particolarmente acuto. Altri sintomi sono riconducibili alla perforazione del timpano. In questo caso, il dolore è improvviso, violento e accompagnato da fischi, vertigini e secrezioni dall’orecchio.
Il mal d’orecchio potrebbe estendersi fino a comprendere anche la testa. Spesso, questo sintomo si presenta con forti mal di testa, raffreddore e febbre. Se in accompagnamento a questi sintomi si avvertissero anche prurito, gonfiore del condotto uditivo e presenza di ostruzioni nell’orecchio, la causa scatenante potrebbe essere un’otite.
Può capitare, inoltre, che la causa del mal d’orecchio sia legata al mal di gola. A questo riguardo, è cosa comune riscontrare problemi nella deglutizione, oltre che avere sintomi quali tosse, febbre, perdita della voce, tonsillite e linfonodi ingrossati. Una simile correlazione è dovuta al fatto che il condotto uditivo è collegato direttamente con naso e bocca. Ne consegue che gli organi interessati possano facilmente influenzarsi a vicenda.
Non è inusuale che un dolore all’orecchio si manifesti in correlazione con dolori alla bocca, soprattutto per quanto riguarda dolori ai denti e difficoltà nella masticazione. Spesso, questo sintomo diventa più evidente quando, masticando o sbadigliando, si aggrava il dolore all’orecchio. Infine, febbre e mal d’orecchio sono spesso correlati poiché un innalzamento della temperatura corporea è sintomo della presenza di agenti patogeni esterni nell’organismo.
Per approfondire le cause che provocano il dolore all’orecchio, è bene tenere a mente la distinzione tra otalgia primaria e otalgia secondaria. Infatti, a seconda della zona di origine del dolore all’orecchio, è possibile classificare le cause del disturbo in due categorie.
Quando si parla di otalgia primaria, le cause principali del dolore all’orecchio sono da ricondurre a:
Nel caso, invece, di otalgia secondaria, le cause scatenanti del dolore all’apparato uditivo potrebbero essere riconducibili a:
Nel caso in cui non si riesca a risalire alla causa del dolore all’orecchio, il disturbo prende il nome di otalgia idiopatica.
A differenza del mal d’orecchio negli adulti, la causa principale dell’otalgia nei bambini è un accumulo di muco che finisce per ostruire le cavità nasali e il condotto che le collega all’orecchio. L’otalgia nei bambini non è da sottovalutare, soprattutto se l’età del paziente è inferiore ai due anni e se tale dolore è accompagnato da febbre, fuoriuscita di materiale giallastro o rossastro dall’orecchio e spostamento dell’orecchio verso l’esterno.
La prima fase della diagnosi del mal d’orecchi consiste nell’anamnesi, ovvero nella raccolta delle informazioni principali che è in grado di restituire il paziente che ne soffre. In questa sede, vengono presi in considerazione i seguenti fattori:
Una volta terminata questa prima fase informativa, si passa ad un esame otoscopico, attraverso il quale il medico tenta di individuare la causa dell’otalgia. Se questo esame non conduce ad un risultato valido e attendibile, il medico può provvedere ad effettuare un’analisi dei nervi cranici. L’integrità di questi ultimi, infatti, è fondamentale per il corretto funzionamento dell’intero apparato uditivo.
Inoltre, è consigliabile analizzare lo stato di tutte le componenti del tratto che collega naso, orecchie e gola. In alcuni casi, infine, il medico può decidere di sottoporre il paziente ad una radiografia del torace per accertarsi che non ci siano implicazioni più gravi alla base del mal d’orecchio.
Nel caso di mal d’orecchio negli adulti, si consiglia di rivolgersi a un medico, specialmente se la propria condizione clinica rientra in uno dei seguenti casi:
Il rimedio più comune al mal d’orecchi è l’utilizzo di gocce a base anestetica e antinfiammatoria da applicare localmente. Nel caso in cui l’otalgia sia collegata ad un’infezione, è consigliabile seguire una terapia antibiotica. Infine, per alleviare il dolore, si consiglia un impacco caldo da applicare direttamente sull’orecchio.
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